Ed ecco la seconda attesissima puntata del mio intervento pubblicato su EconomyUp.
Nella prima parte, ci siamo lasciati con un interrogativo: e se un bel giorno le macchine cominciassero a produrre leggi e a somministrare giustizia? Oggi proseguiamo con gli interrogativi: una macchina sarebbe mai in grado di distinguere tra diritto e giustizia? E se dopo aver alienato il suo libero arbitrio l’uomo diventasse, d’un tratto, un inutile intralcio per questo mondo di macchine ormai emancipate ed autonome? Tornando alla metafora sul vento del cambiamento, perché mai costruire un mulino a vento se poi questo funzionerà ad esclusivo beneficio di altri mulini a vento? Leggi qui l’articolo:
L’intelligenza (artificiale) degli avvocati (parte seconda).